Artemisia, dalla malaria al cancro
L’ artemisia è una pianta tradizionalmente usata nella Medicina Cinese per curare la febbre, le infiammazioni e anche la malaria. Tutto questo è stato dimostrato e reso noto anche da numerosi studi clinici. Ma ultimamente alcuni ricercatori affermano che l’ artemisia può rivelarsi inoltre un efficace trattamento antitumorale. Vediamo come…
Il 1970 è stato un anno in cui sono stati scoperti numerosi rimedi erboristici molto efficaci. Uno di questi era proprio l’ artemisia, risultata estremamente utile per combattere la malaria. Con il tempo, si è scoperto che questa pianta poteva fare molto di più e curare tantissime patologie, più o meno gravi. Così, nel 1995, i professori di bioingegneria dell’Università di Washington, Henry Lai e Nahendra Singh, hanno iniziato a studiare il suo potenziale come farmaco anti-cancro.
Il risultato della ricerca fu molto positivo…
Il trattamento a base di artemisia è stato in grado di uccidere numerose cellule tumorali in vitro in pochissime ore, ed è stato anche capace di curare un cane dal cancro alle ossa in circa 5 giorni. Sbalorditivo non è vero?
Oltre ad uccidere le cellule tumorali, è stato riscontrato che questo rimedio erboristico impedisce alle cellule tumorali di riprodursi, rallentando così anche l’avanzamento della malattia. Dal 1996 in poi, sono state fatte altre ricerche e tutte hanno confermato che questa pianta è molto più in grado di trattare i tumori rispetto a qualsiasi altro medicinale. Successivamente, un medico ha testimoniato di aver curato con l’artemisia un ragazzo con il cancro, provocando una rapida regressione della malattia.
Il verdetto…
Quante volte avete sentito parlare di queste cose? Di certo non hanno fatto una grande pubblicità a questo rimedio naturale, anche se effettivamente è stato dimostrato più e più volte che funziona. Infatti, nonostante le ricerche e le numerose conferme, l’ artemisia non è stata approvata e non può essere prescritta dai medici che si occupano di trattare pazienti con il cancro. Ma il problema è che non vengono finanziate neanche ulteriori ricerche a riguardo, mentre si preferisce usare i fondi per studiare prodotti chimici e sintetici…
Il motivo?
Beh, la risposta la lascio a voi. Io preferisco semplicemente dire che probabilmente trattare i pazienti con la chemioterapia produce un giro di denaro di cui non possiamo fare a meno… Evidentemente, per “chi comanda”, le nostre vite valgono molto meno del guadagno.
Ad ogni modo, noi possiamo scegliere. Gli integratori a base di artemisia ci sono sul mercato. Perciò, invece di accettare mesi e mesi di chemioterapia che spesso fanno morire prima del previsto e che non permettono ai pazienti di godersi la vita e la famiglia, possiamo decidere: la ricchezza a loro o la vita a noi?