Bingo, origini e storia del gioco nel mondo e in Italia
Quando è nato il bingo? E come è arrivato in Italia, dove già si giocava da decenni alla tombola? Non sono poche le curiosità che ruotano intorno alla storia di questo gioco da sala, praticato non solo in occasione delle festività, ma anche negli altri periodi dell’anno solare. Si tratta di un gioco ad estrazione che può ricordare le lotterie, oltre che la tombola stessa e per chi si diverte a giocare non esistono mesi specifici nei quali tentare la sorte. Non tutti sanno che il bingo vanta già quasi 100 anni di vita: era infatti il 1929 quando durante una partita di “beano” in Georgia qualcuno pronunciò per sbaglio la fatidica parola “bingo”, dando involontariamente vita a quello che sarebbe diventato un nuovo gioco, pronto per diffondersi in decine e decine di Paesi e nazioni.
I punti in comune con la tombola sono tantissimi: il tabellone principale consta di 90 numeri, le cartelle ne contengono 15 e il premio più importante, il bingo, non è altro che l’equivalente della tombola, in quanto si consegue marcando tutti i numeri di una singola cartella. I premi non sono però del tutto simili a quelli della Smorfia. Nel bingo esistono solo la cinquina e, per l’appunto, vari tipi di bingo, che possono vedere aumentare l’importo finale sulla base del momento della partita in cui viene estratto l’ultimo numero vincente. Tutto dipende dalla quantità di numeri che sono stati enunciati prima che uno dei giocatori effettui il bingo.
In tutto il mondo sono sorte nel giro di qualche decennio centinaia di sale con regolamentazioni specifiche e utili per divertirsi in compagnia. Le informazioni sul gioco del bingo sono note anche a chi non lo pratica e comunque sono diventate più accessibili rispetto al passato, complice la diffusione di internet. Oggi è possibile giocarvi anche a distanza, con le stesse regole di una partita dal vivo. Le varie sale, comunque, sono tenute a seguire delle indicazioni molto serrate: le palline numerate che vengono utilizzate per le estrazioni, ad esempio, vanno sostituite ogni 5.000 partite, i cui esiti sono costantemente sotto l’occhio del fisco.
Nel Belpaese si iniziò a parlare del bingo nel 1999, 70 anni dopo la sua effettiva invenzione. Oggi sono circa un paio di centinaia le sale da bingo aperte sul territorio italiano: un numero che a prima vista potrebbe sembrare elevato, ma che in realtà rimarca la flessione che il settore dell’intrattenimento sta conoscendo negli ultimi anni. Prima, infatti, i locali nei quali si giocava a bingo erano ancora di più. Non è da escludere che sia stato proprio l’avvento dell’era digitale a sfavorire il gioco dal vivo, ma in ogni caso il fenomeno sociale risulta ancora vivo, seppur impossibilitato a rinnovarsi. Gli appassionati sono legati alle tradizioni e non accettano di buon grado stravolgimenti o migliorie dei regolamenti.
Di conseguenza, si evince che il futuro del bingo in Italia risulta alquanto incerto. Almeno per quanto riguarda le sale terrestri. A incuriosire i giocatori, però, non sono solo le semplici partite, ma anche l’atmosfera di convivialità che si può creare intorno al tavolo nel seguire una serie di estrazioni. A spezzare la monotonia sono alcune varianti del bingo che differiscono per la quantità di numeri presenti su cartelle e tabellone, ma a quanto pare non basta per garantire con assoluta certezza una grande longevità a questo gioco.