Meglio dieta chetogenica o digiuno intermittente?
Come le mode anche le diete conoscono dei momenti in cui sono sulla bocca di tutti, altri in cui vengono apparentemente dimenticate a favore di altre.
Il motivo è facile da intuire: dietro le diete c’è un business enorme fatto di programmi, libri, siti internet e prodotti che vengono promossi a tutti i livelli con operazioni di marketing molto ficcanti su tutti i media.
Non c’è dubbio che il 2021 sia stato l’anno del digiuno intermittente, ma nel tempo anche altre diete si sono affermate come quella chetogenica.
Entrambe le diete puntano all’obiettivo principale: stabilire una riduzione calorica, controllando l’appetito.
Dal punto di vista psicologico entrambe richiedono disciplina:
- Nel digiuno intermittente all’individuo è richiesto di non mangiare per tante ore, rispetto alla routine precedente.
- Nella dieta chetogenica gli viene richiesto invece di tagliare del tutto o quasi la quota dei carboidrati.
Che cosa è la dieta chetogenica in pillole?
La dieta keto o chetoenica mira a controllare l’introito superfluo di carboidrati nel corpo, limitandolo allo stretto necessario (da 20 a 50 g al giorno). In questo modo si cerca di controllare l’apporto di zuccheri riducendolo al 10% del fabbisogno quotidiano, una percentuale 4 volte inferiore al normale 40% tipico di una dieta normale.
Con questo accorgimento si cerca di innescare un procedimento chiamato chetosi, attraverso il quale l’organismo viene in qualche modo “forzato” a consumare i grassi, producendo l’obiettivo dello snellimento.
Che cosa è invece il digiuno intermittente?
Il digiuno intermittente è – come dice la definizione – una dieta che tenta di ottenere gli effetti del digiuno in una finestra di tempo più limitata e gestibile. Nel caso del digiuno intermittente viene identificata una finestra temporale entro la quale consumare i pasti.
Seguono delle ore di digiuno nelle quali è possibile solo bere fluidi non calorici. I formati del digiuno intermittente sono diversi.
Si val digiuno alternato, un giorno si mangia, seguito da un digiuno completo di 24 ore, a un digiuno in formato 16:8 o 18::6 dove la prima cifra riguarda le ore – nell’arco di una giornata – nelle quali non si mangia.
Un’altra formula è quella del 5:2, a cinque giorni di normale alimentazione seguono 48 ore di assoluto digiuno, fluidi non calorici esclusi.
Benefici e svantaggi della dieto chetogenica
A causa del regime restrittivo dei carboidrati, la dieta chetogenica può rappresentare una vera e propria sfida psicologica. Teniamo conto che i carboidrati sono la primaria fonte di energia di un regime alimentare normale.
Pasta e pane fanno spesso parte dell’alimentazione in modo naturale, sia per la tradizione culinaria italiana, sia perché piacciono e non poco, con condimenti e aggiunte varie.
Ai carboidrati sono legati aspetti conviviali e rituali che si consumano ogni giorno, basti pensare alla pizza del fine settimana, alla brioche del mattino (il cornetto), perfino la verdura e la frutta, sani compagni di una dieta misurata, cadono sotto la mannaia della restrizione degli zuccheri.
Però, come vantaggio, coloro che la provano e insistono dicono di sentirsi bene durante la fase di chetosi che precede un parziale reinserimento della quota carboidrati.
I picchi glicemici sono solo un ricordo, si dorme meglio, sembrano esserci più energie dopo la fase iniziale di adattamento.
E dal punto di vista psicologico, lo sforzo viene ripagato dal sentirsi più magri, snelli, attraenti alla vista. Un semplice sguardo allo specchio basta a rasserenarsi oltre al fatto di entrare in vestiti che non si indossava da tempo.
La dieta chetogenica però può comportare una difficoltà nel distribuire al meglio i nutrienti, e applicandola in modo rigoroso può portare a una carenza di micronutrienti fondamentali come le vitamine del gruppo B, il calcio e la vitamina C. Per questo motivo è meglio seguirlo dietro consiglio medico, che proporrà quando necessario l’integrazione alimentare. Non è un caso che siano in commercio integratori per dieta chetogenica mirati e pensati come sostegno o pasto sostitutivo.
Pro e contro del digiuno intermittente
Il digiuno intermittente dà molta flessibilità a chi lo prova, e si può quindi scegliere quando applicarlo.
Come benefici provati sicuramente un maggior controllo dei livelli di glucosio nel sangue, l’avvertita perdita di peso, e secondo alcuni studi i marcatori che rilevano dei problemi legati all’invecchiamento hanno risultato migliori, tanto che questa dieta viene anche definita “della longevità”.
Tuttavia può non essere facile gestirlo, soprattutto se si cerca di assegnare una abitudinarietà al ciclo digiuno-cibo, magari se si vive in famiglia, con altre persone.
Inoltre, la generale libertà accordata a qualsiasi cibo può portare a dimenticare la linea di confine che esiste tra cibi salutari e cibi che provocano danni. Non tutte le calorie sono uguali.
Quale scegliere?
Una scelta tra le due spetta all’individuo che fa la dieta in accordo con il proprio medico. La Fondazione Veronesi indica la dieta come potenziale coadiuvante nella lotta contro l’insorgenza di gravi malattie, come i tumori e quelle cardiocircolatorie. Ma in generale sempre per la stessa fonte, è la restrizione calorica a funzionare, termine che si raggiunge anche con la dieta chetogenica.
Mangiare poco e cibi sani e freschi è uno dei segreti per una vita longeva e ricca di benessere.