PAROLONI O REALTA’ AZIENDALI IMPORTANTI?
Leadership, brainstorming, team working, problem solving, performance, team building… parole sempre più in uso nel nostro quotidiano lavorativo. Ma sono solo ridondanti parole in inglese o sono davvero strumenti utili?
Chiediamo un parere ad Emanuele Doria, titolare della Made in Team, agenzia leader in Italia che organizza attività di team building ed eventi aziendali per medie e grandi imprese.
“Sono parole che ormai dalla fine degli anni ’90 fanno parte dello scenario lavorativo italiano in effetti, ed ognuna di esse ha una forte valenza significativa a cui è importante dare luce.
Ho potuto constatare infatti nel corso degli anni di quanto sia fondamentale in un gruppo di persone che lavorano insieme avere un valido elemento che ricopra la leadership del gruppo, ovvero che prenda le redini di esso e lo guidi verso i risultati dando a sua volta un contributo tangibile nel raggiungere lo scopo. Un gruppo non ha bisogno di un capo, di un “boss” che dia ordini, bensì di un leader che insieme a tutti gli altri elementi si “sporchi le mani” ma che contestualmente sia in grado di incitare, motivare e correggere gli altri. È un arduo compito e non tutti sono adatti a ricoprirlo, ed è per questo che spesso ci si imbatte in gruppi potenzialmente performanti, ma che danno solo il 20% di quello che in realtà potrebbero ottenere.”
E invece perché è importante il brainstorming?
“In un gruppo di lavoro (così come in tutti gli altri ambiti della vita) è fondamentale il confronto. Ascoltare le opinioni altrui e metterle a confronto con le proprie, fa si che si aprano molteplici scenari risolutivi e che si costruisca un percorso, una “strategia di attacco” molto più elaborata ed efficace.
Ma le parole devono poi essere seguite dai fatti, per cui così come a confrontarsi e condividere la propria opinione devono essere tutti i membri del gruppo, anche nell’atto pratico bisogna che tutti partecipino attivamente. C’è dunque bisogno di team working, lavoro di squadra. È chiaro che è necessaria un’opportuna suddivisione dei ruoli in base anche alle competenze e conoscenze di ognuno, ed è qui che un buon leader è in grado di riconoscere le qualità e le propensioni di ognuno, suggerendo aree di occupazione differenti in modo da ricoprire tutti i compiti da portare a termine.
Essere in grado di lavorare in gruppo e di comunicare eventuali difficoltà e/o dubbi, determina la capacità performante di un team. Problem solving, altro vocabolo interessante. Risoluzione di un problema. La capacità del “pensiero laterale” che permette di rompere gli schemi tradizionali e trovare soluzioni ad imprevisti nel minor tempo possibile e con le risorse (umane e materiali) limitate che si possiedono in quel preciso momento, senza procrastinare aspettando la persona direttamente interessata alla risoluzione di un determinato problema o aspettando risorse finanziarie o materiali specifiche (che non possiamo mai sapere quanto potrebbero tardare ad arrivare).”
Hai più volte menzionato la parola performance. Ma che vuol dire?
“Performance da vocabolario Treccani è una “prestazione particolarmente valida, risultato considerevole o ammirevole..”. È chiaro che in un contesto lavorativo, dire di aver “performato” vuol dire di aver lavorato egregiamente arrivando all’obbiettivo che si aveva fin dall’inizio.
E ora arriviamo alla parola che racchiude tutti questi concetti: il team building.
Nella nostra agenzia ci occupiamo di assistere un’azienda nella valutazione dell’attività extra-lavorativa più adatta per ogni specifico caso, e di far immergere i dipendenti di essa in una situazione che faccia emergere l’importanza di tutte queste parole.
Un’attività di team building permette ad un gruppo di colleghi che non performa, o che potrebbe performare di più (-e si sa, si può sempre fare di meglio e dare di più- ndr), di trovarsi in una situazione estranea alla routine lavorativa e di avere un compito da svolgere inaspettato. Questo porta il gruppo in maniera naturale a individuare un leader che spesso non è il più alto in grado, bensì l’elemento che per affinità con la situazione presentata si destreggia con più scioltezza e riesce a coinvolgere e motivare gli altri. Spesso per fretta di arrivare al risultato viene meno la fase del brainstorming; anche questa “mancanza” servirà in corso d’opera perché il gruppo, non raggiungendo lo scopo preposto, si ritroverà per forza di cose a doverne fare uno.
Il lavoro di gruppo, il team working, farà la differenza nel risultato, perché al termine dell’attività salterà subito agli occhi la sostanziale differenza di risultati tra i gruppi coesi e quelli che non avranno visto la partecipazione attiva di tutti i membri. Inoltre, le nostre attività hanno la peculiarità di sottoporre i team a delle riorganizzazioni, dei cambiamenti repentini; questo permetterà di far emergere anche la capacità di problem solving di cui abbiamo parlato prima. Ed ecco qui che al termine del team building si analizzerà la performance di ogni team.
Il team building è un metodo infallibile per incrementare i risultati aziendali. Con attività più o meno ludiche, creative o intellettive, i componenti di un’azienda si metteranno in discussione e verrà naturale poi mettere in pratica i meccanismi che sono stati funzionali all’attività, anche in ambito lavorativo.”
Ringraziamo Emanuele Doria per la spiegazione e ci chiediamo perché ancora non abbiamo organizzato un team building!
Noi adesso andiamo a scegliere tra le moltissime proposte della Made in Team su www.madeinteam.it , e voi invece? Volete performare o no?