Lo spreco di zucchero nel settore della ristorazione, ecco quanto ci costa
Lo spreco nel settore della ristorazione è spesso al centro di notizie, ma esiste uno spreco inimmaginabile, nascosto in una semplice tazzina di caffè. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi ha focalizzato la propria attenzione sui bar e, in particolare, sul consumo e lo spreco di zucchero in bustina.
Questo elemento così comune ai giorni nostri, ha proliferato nei bar di tutta Italia in seguito ad una direttiva europea del 2004 che prevedeva la somministrazione di zucchero solo preconfezionato per ragioni igieniche. Il Ministero delle attività italiano ha, successivamente, permesso l’introduzione delle dosatrici a beccuccio.
Ma quanto chi costa effettivamente lo spreco nel settore della ristorazione legato allo zucchero?
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi ha scoperto che la maggior parte degli utenti dei bar non riesce a dosare lo zucchero in bustina. Il risultato? Uno spreco di zucchero che sbalordisce chiunque: parliamo di 14 mila tonnellate di zucchero in bustina che vengono sperperate dai clienti dei locali pubblici e del caffè. Si parla di uno spreco non indifferente, dal valore complessivo di ben 64 milioni di euro!
Lo zucchero in bustina costa molto di più di quello in zuccheriera, i cui sprechi, essendo facilmente dosabile, sono nettamente minori. Ma come influiscono questi dati sul consumatore finale quando va al bar a bere un caffè? Lo zucchero in bustine implica quasi il 64% dei costi in più a carico dei consumatori.
Le zuccheriere a beccuccio garantiscono il rispetto delle norme igieniche?
Ad oggi non ci sono prove che evidenzino che l’uso delle zuccheriere, tradizionali o a beccuccio, comporti rischi relativi alla sicurezza e igiene, cosi come dichiarato dal dottor Aldo Cursano, vicepresidente responsabile della Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
Cursano ribadisce che lo scopo della Federazione Italiana Pubblici Esercizi è essenzialmente comune a quello della normativa europea, ovvero di evitare l’aumento del consumo dello zucchero per prevenire conseguenzialmente lo spreco, così rilevante in termini di impatto ambientale e in termini economici.
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha sottolineato Aldo Cursano, sente fortemente la responsabilità sociale legata alla lotta contro lo spreco e per il miglioramento della salute dei cittadini e dei consumatori. Resta il fatto che ai proprietari di bar e di locali pubblici viene garantita la massima autonomia in materia di scelta di quale servizio offrire ai propri clienti, se zucchero a bustine o zuccheriera a becco.
Una maggiore consapevolezza, comunque, della possibilità di abbattimento dei costi potrebbe influenzare in maniera profonda la scelta. Si tratta, in fondo, di evitare lo spreco di zucchero che corrisponde ad una cifra non da poco… 64 milioni di euro!